La Iª emissione - introduzione generale


L'emissione dei primi francobolli da parte del Stato Pontificio risale al 1° Gennaio 1852, mentre lo studio risale al 1847.
Riporto di seguito sia l'editto del Cardinale Antonelli (29 Novembre 1851) che il decreto del Ministero delle Finanze (19 Dicembre 1851) relativi all'introduzione ed all'uso dei "Bolli Franchi").

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Editto Cardinale Antonelli: 2 pagine
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Decreto Ministero delle Finanze: 4 pagine - clicca sulle pagine per ingrandirle -


L'incisione venne effettuata da Doublet e Decoppet e le matrici in rame furono approntate dalla fonderia Coppet di Roma. Il soggetto centrale dei francobolli è identico per tutti i valori e rappresenta l'Emblema Pontificio con le chiavi incrociate (dette "decussate") e la corona Papale. Attorno vi sono dei piccoli ornati e fregi di tipo diverso per i vari valori, il tutto racchiuso da cornici anch'esse di tipo e forma differente per i valori. In alto si trova la dicitura "FRANCO BOLLO POSTALE", scritta a semicerchio per tutti i tagli, ed in basso l'indicazione del valore (in lettere per il mezzo Baj, in numero per tutti gli altri valori). La stampa venne eseguita in tipografia da parte della "Reverenda Tipografia Apostolica", su carta colorata, sia a mano che, in seguito, a macchina: la carta a mano viene denominata "a traliccio" per la trama a volte simile a quella di un tessuto. I due valori più elevati (50 Baj ed 1 Scudo) vennero stampati in colore su carta bianca, solo di tipo a macchina.
I francobolli furono stampati in fogli di 100 pezzi, divisi in 4 gruppi di 25 separati da un interspazio a croce (Fig. 1). I valori da 50 Baj ed 1 Scudo vennero stampati invece in fogli da 50 pezzi (2 gruppi sovrapposti di 25 separati da un interspazio orizzontale). I valori da mezzo, 1, 3, 4, ed 8 Baj sono contornati da un doppio filetto separatore, continuo l'orizzontale ed interrotto il verticale. Solo l'1 Baj ebbe due composizioni differenti in cui la continuità dei filetti risulta invertita (cfr. scheda del valore). Nel 1858 venne approntato anche un valore da 20 Baj in colore giallo che non fu però emesso. Venne interamente distrutto ad eccezione di un foglio intero che si trova al Museo Postale Vaticano e di un pezzo singolo, oggi in mani private.

Interspazio
Fig. 1
: l'interspazio orizzontale


Questa emissione restò in uso per un periodo lunghissimo (fino al 20 Settembre del 1867) e questo lascia facilmente intuire come la carta si possa presentare in spessori e gradazioni di colore assai variabili (per non dire radicalmente differenti) essendo fornita da diversi produttori (il principale fornitore fu la cartiera Graziosi di Subiaco). Anche gli inchiostri da stampa non furono costanti, con tipiche tirature oleose, semi-oleose e con inchiostro grigiastro.
Sempre a causa del massiccio impiego le tirature furono tantissime (anche oltre 50 per i valori di maggiore uso!); i cliché subirono dunque rotture, deformazioni ed ossidazioni che determinarono lettere incomplete, cornici spezzate, ammaccature, incompletezze nei disegni e via discorrendo.
Per il valore da 50 Baj sono generalmente catalogati due diversi tipi: il primo stampato con i cliché normali ed il secondo ristampato molto dopo (1864) con i cliché che si erano completamente ossidati: il risultato fu pessimo! (cfr. scheda del valore)
Tra le varietà, oltre alle già accennate ammaccature, mancanze di lettere, punti, parti dei disegni ecc. (che più che varietà sono difetti di cliché o di stampa) si trovano pezzi con decalco, stampe in albino, stampe recto-verso, coppie tête-bêche (pochissimi valori del Mezzo Baj) e doppie stampe. Talora è possibile rinvenire pezzi che presentano parti di filigrana di alcuni dei produttori della carta (Pietro Miliani, Canson Frères, Bath - quest'ultima è in realtà il marchio a secco del produttore e non una filigrana) oppure pezzi con la così detta "filigrana di ricucitura" (cfr, sezione "Approfondimenti"). In rari casi si possono trovare delle impronte di spazi tipografici tra due esemplari, esattamente come avviene per la prima emissione del Lombardo Veneto (cfr. Approfondimento relativo).
Da sottolineare il particolare utilizzo di questi francobolli come frazionati: infatti vennero sovente (o, per meglio dire, più spesso che in altri Stati) tagliati nelle dimensioni più diverse per sopperire alla mancanza di taluni valori. Sempre nella sezione "Approfondimenti" si trovano alcuni esempi.

Riassumendo, la serie si compone dei seguenti valori (elencherò i gruppi principali di tonalità, seguendo lo schema esposto dal "Catalogo Sassone Specializzato", ed. 2001)
con l'avvertenza che si tratta solo di una scelta e che esistono moltissime tirature intermedie e quindi altre classificazioni possibili:

Valore Colore
Distribuzione
Carta
Mezzo Baj
Grigio
Dal 1852
Mano
Mezzo Baj
Violetto-grigio
Dal 1864
Macchina
1 Baj
Verde grigio
Dal 1852
Mano
1 Baj
Verde cupo
Dal 1860
Macchina
1 Baj - IIª comp. -
Verde cupo
Dal 1864
Macchina
2 Baj
Verde oliva
Dal 1852
Mano
2 Baj Bianco
Dal 1867
Macchina
3 Baj Bistro
Dal 1852
Mano
3 Baj Giallo cromo
Dal 1863
Macchina
4 Baj Bruno grigio
Dal 1852
Mano
4 Baj Giallo
Dal 1864
Macchina
5 Baj Rosa pallido
Dal 1852
Mano
5 Baj Rosa carminio
Dal 1860
Macchina
6 Baj Grigio
Dal 1852
Mano
6 Baj Lilla grigio
Dal 1864
Macchina
7 Baj Azzurro
Dal 1852
Mano
8 Baj Bianco
Dal 1852
Macchina
50 Baj Azzurro
Dal 1852
Macchina
50 Baj - ossidato - Azzurro cupo
Dal 1864
Macchina
1 Scudo
Rosa carminio
Dal 1852
Macchina

Dei vari valori è nota la tiratura complessiva e la rimanenza (poi immessa sul mercato collezionistico), che è la seguente (per la rimanenza cfr. "I bolli di Roma dalle origini alla fine del XIX secolo" di Mario Gallenga, sul "Notiziario ASIF" nr. 182 del Novembre 1979):

Valore
Tiratura
Rimanenza
Mezzo baj
3.130.000
48.563
1 baj
6.870.000
55.536
2 baj
8.910.000
133.258
3 baj
3.180.000
63.003
4 baj
2.025.000
22.887
5 baj
4.975.000
63.228
6 baj
1.775.000
73.254
7 baj
950.000
1.234
8 baj
2.850.000
25.944
50 baj
50.000
99
50 baj - ossidato -
10.000
-
1 Scudo
50.000
24.355